Viveva in una gabbia per galline, al buio e in mezzo alle feci. A condannare il cane a quella condizione erano stati i suoi proprietari. Motivo? Una punizione per aver rincorso i polli. La punizione è poi arrivata a loro, gli umani, che le guardie zoofile dell’Ente nazionale di protezione degli animali (Enpa) hanno denunciato per maltrattamento di animali.
Il cane era una bestiola di piccola taglia. Le guardie zoofile Enpa Nucleo di Piacenza e la polizia locale di Fiorenzuola, hanno potuto salvarlo da quella pietosa condizione, nella periferia di Fiorenzuola D’Arda, grazie alla segnalazione di qualche anima buona. Il piccino era rinchiuso in una gabbia per polli di meno di un metro quadrato. Stava tra le sue feci. L’acqua putrida.
“La gabbia era dentro una baracca buia e priva di areazione – spiega Enpa Piacenza in una nota – dove la sporcizia formata da guano, materiali di scarto vari, escrementi di topi e piume rendeva l’ambiente malsano e invivibile. Il piccolo cane, a detta dei proprietari, era stato ingabbiato perché, invece di fare la guardia come gli altri cani dentro il pollaio, rincorreva i volatili negli angusti spazi di detenzione. La sua prigionia durava da oltre venti giorni”.
Le guardie alla fine hanno liberato il cagnolino, ponendolo sotto sequestro. Quindi lo hanno trasferito in canile al sicuro e protetto. Una volta lì, i veterinari lo hanno sottoposto alla profilassi e curato, poi i volontari lo hanno rifocillato, pulito e dissetato. I proprietari sono stati denunciati, gli atti trasmessi alla procura piacentina.