Era metà luglio 2018. Un uomo si avvicina al mare di Custonaci, lega una grossa pietra al collo della sua cagnetta e la scaraventa nell’acqua profonda oltre 2 metri. A morire. E se ne va. La cagnolina si salvò grazie ai bagnanti che fecero a gara per soccorrerla. Si chiama Mia e ha una nuova famiglia. L’uomo invece è stato rintracciato e messo sotto accusa. Affronterà un processo, e l’Ente nazionale protezione animali (Enpa) è stato ammesso parte civile nel procedimento.
“Mia – afferma l’Enpa in una nota – riuscì incredibilmente a salvarsi grazie ai tanti bagnanti che si impegnarono a soccorrerla. Oggi è stata adottata e ha iniziato una nuova vita. Mia è riuscita a salvarsi, un vero miracolo. Per lei e anche per tutti gli animali vittime di maltrattamento e uccisioni che non sono stati così fortunati – afferma la presidente dell’Ente Carla Rocchi – chiediamo giustizia”.
Enpa invoca “una pena esemplare per colui che ha compiuto questo gesto così disumano, orribile e vigliacco”. La prossima udienza si terrà il 24 settembre 2021. “E’ stato anche contestato l’animalicidio nella forma del tentativo, il corrispettivo del tentato omicidio per le persone”, spiega Rocchi.