Avrebbe dovuto ricevere un pacemaker per il suo cuore malandato, ma il cane Toby non ce l’ha fatta: non ha superato il delicato intervento chirurgico che avrebbe dovuto permettergli di continuare a vivere e non si è più risvegliato dall’anestesia. Per Toby, incrocio di golden retriever di 8 anni, i medici e i familiari avevano fatto il possibile in una gara di amorevolezza purtroppo risultata vana.
Era settembre 2020 quando a Toby venne diagnosticata la malattia, un blocco atri-ventricolare di terzo grado che gli provocava un’aritmia cardiaca. Fin da quando aveva tre anni, il cane aveva iniziato a manifestare crisi convulsive. Poi, negli ultimi sei mesi, ecco il drastico peggioramento: sveniva, cadeva all’improvviso, era sempre stanco. A Toby rimanevano al più tre o quattro mesi di vita.
Che fare? La famiglia ha iniziato a leggere e studiare, fino a trovare il caso di un gatto che viveva con un pacemaker. Perché non provare? Si sono dunque rivolti alla clinica veterinaria che aveva operato con successo il gatto, in Colombia, e lì si sono resi disponibili pur senza sottovalutare la complessità della situazione. Addirittura i medici hanno deciso di donare il pacemaker alla famiglia, mentre la clinica si è accollata le spese della degenza, degli esami e del cardiologo. Una staffetta dell’amore, per Toby. Ma lui non ce l’ha fatta.