Dalle polemiche per la bozza di nuovo regolamento comunale con un giro di vite e il divieto di “utilizzare qualsiasi specie animale, sia domestica-selvatica-esotica, per la pratica dell’accattonaggio”, che di fatto impedisce a un senza tetto di chiedere l’elemosina alla presenza del suo cane, Torino si rende di nuovo protagonista nel rapporto tra clochard e cani ma in tutt’altra direzione.
Nasce infatti la prima struttura attrezzata per accogliere durante la notte sia la persona senza dimora, sia il suo cane. Una realtà del genere è da tempo richiesta dalle associazioni e potrebbe fare da apripista ad altre del genere. Sono molti i senza casa che scelgono il cartone anche nel gelo dell’inverno pur di non separarsi dal loro quattro zampe, spesso il solo legame relazionale dell’intera esistenza. Una famiglia. E non ci si separa dalla famiglia. Spesso, purtroppo, a costo della vita nelle notti sotto zero.
E quindi ecco che aprono le porte (e le cucce) gli Asili Notturni Umberto I. Lì la presa in carico della persona fragile è a tutto tondo. C’è il pasto caldo, ci sono le cure mediche in caso di malattia e ci sono i box per i cani. Comodi, riscaldati, sicuri. E c’è anche lo spazio verde per passeggiare e sgambettare. Non più struggenti separazioni tra il senza tetto e il suo cane. Al loro posto, un contesto protetto in cui consolidare anzi la relazione magari provando una passeggiata al guinzaglio senza preoccupazioni.
Gli operatori hanno avuto l’accortezza di ritagliare lo spazio per i cani in un’area ombreggiata in vista della stagione estiva, ma anche riparata rispetto a vento e freddo. Le cucce comunque sono riscaldate. Lo spazio si trova nella parte dell’esterno più lontana rispetto ai locali delle persone, così che i cani non siano eccessivamente sollecitati ma possano sentirsi tranquilli e a loro agio.