Erano 859 i cani tenuti in spazi ristrettissimi autorizzati per ospitarne al massimo 61. A salvare le bestiole sono stati i carabinieri forestali del nucleo di polizia ambientale agroalimentare e forestale di Ancona. I militari sono intervenuti insieme a varie organizzazioni animaliste e di protezione ambientale in un allevamento di Trecastelli.
Una volta entrati nell’allevamento, i carabinieri e gli operatori di Wwf e Legambiente si sono trovati davanti cagnolini sofferenti. Tutti e 859 erano lì in condizioni anche igieniche non appropriate. Tra loro, però, 270 erano chiusi in trasportini accatastati gli uni sugli altri o in contenitori di plastica dentro l’abitazione di pertinenza dell’allevamento. E forse era questo il contesto peggiore tra tutti.
Il sequestro ha salvato da quel maltrattamento i cani, tutti di piccola taglia. I veterinari hanno constatato che circa la metà di loro è affetta da una zoonosi infettiva trasmissibile anche all’uomo che si chiama Brucella Canis, o brucellosi. La malattia era già stata rilevata all’interno di quello stesso allevamento nel 2020, quando risultava unico focolaio in tutta Europa.
Anche la congestione di cagnolini era stata più volte oggetto di ordinanze emesse nei confronti della struttura. Il numero di quattro zampe, però, ha continuato a crescere dai 500 accertati nel 2018 ai 700 del 2020 agli oltre 850 sequestrati pochi giorni fa. Cinque persone risultano al momento iscritte nel registro degli indagati.