La Corea del Sud chiude il diciottesimo allevamento di cani da macello. E’ quello di Haemi, da cui i volontari hanno salvato 170 cani destinati al consumo alimentare. I cani sono spesso rapiti dalle loro abitazioni o dalla strada, storditi con dardi narcotizzanti e poi trasferiti in allevamenti. Da qui vengono indirizzati al macello per finire nella filiera dell’alimentazione, secondo la tradizione asiatica.
Se in Cina la pratica resiste, tanto che non si ferma il festival dedicato che ogni anno si svolge a Yulin, la Corea del Sud sta riavvolgendo il nastro rispetto a questa pratica. In quel paese la Humane Society International è sin qui riuscita a far chiudere 17 allevamenti. Quello di Haemi è il numero 18. Centinaia, finora, i cani giovani e non sottratti a una morte terribile e affidati invece a famiglie che li accudiscono come animali da compagnia.
La struttura di Haemi fa storia a sé perché qui, oltre ad avere acquistato e salvato 170 cagnolini, l’associazione ha convinto il proprietario a riconvertire la sua attività dietro l’incentivo di una somma congrua che dovrebbe consentirgli di imboccare nuove vie imprenditoriali. Rispetto alla Cina ma anche al Vietnam, la Corea del Sud sta maturando velocemente contrarietà rispetto al consumo alimentare di animali domestici, soprattutto grazie a un diverso approccio culturale da parte delle generazioni più giovani.