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Cucciolo all’asta, ma il pm sceglie di affidarlo agli animalisti



Anche lui, un cucciolo di pochi mesi, era finito sotto sequestro durante un’operazione giudiziaria. Così, causa la normativa che assimila gli animali di affezione alle cose come ad esempio i mobili, il suo destino sarebbe stato quello di finire all’asta. Base 100 euro, rilancio di 50.

E’ accaduto nei giorni scorsi a Trento, ma la denuncia della Lega antivivisezionista (Lav) cittadina ha sortito i suoi effetti sia di indignazione collettiva che di scelta da parte dell’autorità giudiziaria. Il pubblico ministero, infatti, ha accolto l’istanza Lav ed ha affidato all’associazione il piccolo quattro zampe. Per lui adesso si cerca una buona adozione.

“Siamo molto contenti della decisione del pubblico ministero” afferma in una nota Simone Stefani, vicepresidente Lav e responsabile della di Trento. “Ha dimostrato grande sensibilità in un contesto normativo che spesso vede ancora gli animali come oggetti e non come esseri senzienti“.

Tra le motivazioni della disposizione firmata dal pm vi è “evitare il pericolo che il cane possa cadere nelle mani di persone che non hanno a cuore il suo benessere”. Adesso Lav chiede di gettare il cuore oltre l’ostacolo della giurisprudenza. La richiesta è quella di modificare il codice penale riconoscendo gli animali come esseri senzienti impignorabili, non più oggetto di asta in caso di sequestro.

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